Gli Usa respingono il linguaggio sul libero scambio

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Le parole contano. Il Governo americano si è opposto all'inclusione di una dichiarazione di principi contro il protezionismo nel comunicato del G-20. Il cambiamento del linguaggio, imposto da parte del Segretario al Tesoro Steve Mnuchin durante il vertice dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali a Baden Baden in Germania, è coerente con le politiche espresse da Donald Trump dall'inizio della sua campagna elettorale.
La decisione ha provocato espressioni di preoccupazione da parte dei paesi europei e della Cina, che si ergono a difensori del libero mercato. Diventa evidente l'irritazione per il fatto che l'Amministrazione Trump non è disposta ad assecondare le usanze seguite nei vari consessi internazionali che da decenni esprimono la linea del cosiddetto Washington Consensus. La Casa Bianca sembra decisa a non limitare il proprio raggio d'azione di fronte a ciò che considera il principale problema dell'economia americana: la perdita di capacità produttiva a causa di un sistema di libero scambio che la penalizza, mentre favorisce paesi con costi di lavoro più bassi.
La decisione sul linguaggio del comunicato del G-20 riflette anche la consapevolezza da parte di Trump e dei suoi consiglieri che ogni passo indietro rispetto alle posizioni dichiarate in precedenza sarebbe interpretato come il successo dei tentativi dell'establishment di moderare il nuovo Presidente e di riportarlo entro i binari delle politiche seguite negli ultimi anni.

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