di Paolo Balmas
La Russia è diventata ancor più competitiva nel settore dell’energia nucleare. La prova tangibile è il sesto reattore della centrale di Novovoronezh, recentemente presentato da Rosatom, che è stato acceso il 20 maggio e raggiungerà la piena capacità operativa entro la fine del 2016.
Il reattore VVER-1200 è il più potente e il più veloce attualmente in dotazione. Produce 1200 megawatt e ha una vita di sessanta anni. Possiede nuovi sistemi di sicurezza e un sistema di raffreddamento che funziona senza il bisogno di energia elettrica.
Il direttore della centrale, Vladimir Lobanov, ha dichiarato che con questo nuovo reattore l’incidente di Fukushima non si sarebbe verificato. Inoltre, ha affermato che resisterebbe a un terremoto di nove gradi o alla collisione di un aereo.
L’obiettivo di Mosca è di conquistare una grande parte del mercato dell’energia nucleare nei prossimi anni. Secondo la World Nuclear Association, sono 173 i reattori la cui realizzazione è pianificata da qui al 2030. Di questi, 65 sono già in costruzione.
Kiril Komarov, vice presidente di Rosatom, durante una conferenza presso la Atom Expo che si è tenuta a Mosca a fine maggio, ha stimato che circa il 25% delle centrali in progetto saranno realizzate dalla Russia.
La Bielorussia attualmente sta costruendo due reattori VVER-1200 grazie a un finanziamento russo di 10 miliardi di dollari. La centrale è posizionata nei pressi del confine con la Lituania, a pochi chilometri da Vilnius. L’amministrazione di Minsk ha come obiettivo la vendita del surplus energetico alla vicina ex sovietica.
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