Il Presidente russo Vladimir Putin ha sospeso l'accordo per la condivisione del plutonio con gli Stati Uniti. Si tratta di un'intesa firmata nel 2000 che impegna le parti a trasformare 34 tonnellate di plutonio idoneo alla preparazione di armi, in combustibile per i reattori nucleari. La quantità complessiva prevista è sufficiente a costruire circa 17 mila bombe nucleari, secondo il Dipartimento di Stato Usa.
L'annuncio di Putin riflette il cambiamento nei rapporti tra i due paesi nelle ultime settimane, citando "l'emergere di una minaccia alla stabilità strategica a causa di azioni ostili da parte degli Stati Uniti verso la Russia e l'inabilità degli Stati Uniti a garantire l'osservanza degli impegni assunti…" Già nell'aprile di quest'anno Putin aveva accusato gli americani di seguire un processo che avrebbe permesso il riutilizzo del plutonio per le armi in futuro. Gli Stati Uniti respingono l'accusa di aver violato l'accordo.
Lo screzio non è puramente tecnico, ovviamente, e infatti Putin ha presentato alla Duma una proposta di legge che fissa le precondizioni per ripristinare l'efficacia dell'accordo. Queste includono la riduzione delle infrastrutture e delle truppe statunitensi nei paesi che hanno aderito alla Nato dal 2000 in poi, e l'annullamento delle attuali sanzioni contro la Russia.
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