Presidenziali Usa: Glass-Steagall, indagine FBI, sondaggi

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Il partito democratico ha pubblicato la bozza finale del proprio programma elettorale il 1 luglio, noto come la "piattaforma", in preparazione della Convention di Philadelphia del 25-28 luglio. Il documento, che rappresenta una formale presa di posizione su tutte le questioni più importanti, non vincola i candidati, ma è indicatore importante degli equilibri dentro il partito.

Quest'anno ha acquisito più importanza del solito in quanto Bernie Sanders ha deciso di esercitare l'influenza ottenuta durante le primarie in questa sede, riuscendo a nominare 5 componenti della commissione sui 15 totali, e dando loro un chiaro mandato per battersi per le sue posizioni piuttosto che conformarsi alle volontà della vincitrice Hillary Clinton.
L'influenza di Sanders è ben evidente nella piattaforma. Si parla subito della necessità di combattere le crescenti disuguaglianze nell'economia americana; si punta ad un salario minimo di 15 dollari all'ora - la posizione di Sanders durante le primarie, osteggiata da Clinton che proponeva un livello di 12 dollari. E si dichiara di voler espandere le pensioni pubbliche - la Social Security - altro punto su cui Sanders ha incalzato Clinton.
 
Glass-Steagall
Sul tema fondamentale della riforma di Wall Street, dove Clinton ha subito degli attacchi forti da parte di Sanders e anche dai repubblicani, c'è stato un importante passo in avanti: i democratici si impegnano a sostenere "una versione aggiornata e moderna di Glass-Steagall e a spezzare le banche too-big-to-fail che rappresentano un rischio sistemico per la stabilità dell'economia".
La richiesta di un ritorno alla separazione bancaria, tra l'attività ordinaria e quella speculativa che guida il mercato basata sulla finanza pura, ha acquisito sempre più consensi negli Usa e anche in altri paesi, compresa l'Italia. Mentre Sanders, nel solco della campagna bipartisan guidata dalla senatrice democratica Elizabeth Warren, ha insistito su questo punto, Clinton ha cercato di minimizzare, parlando di altre riforme a suo dire più efficaci.
Almeno per ora Glass-Steagall è nel programma, e quindi se i democratici vinceranno la Casa Bianca e anche il Senato, ci saranno molte pressioni per agire su questo punto fondamentale per la riorganizzazione del sistema finanziario.
 
Indagine FBI
Il marito della candidata democratica, Bill Clinton, ha fatto un passo falso questa settimana: nell'attesa della decisione del Dipartimento di Giustizia sul caso delle e-mail di Hillary Clinton, l'ex presidente è andato a parlare con l'Attorney General Loretta Lynch - cioè il Ministro della Giustizia - salendo sul suo aereo per mezz'ora. Pochi si aspettano l'incriminazione di Hillary Clinton per gli errori nel gestire i messaggi classificati attraverso un server privato, ma ora il marito ha aperto la porta all'accusa di interferenza nell'indagine, accusa che può richiamare per gli elettori i numerosi casi legali dei Clinton in passato e l'impressione generale di voler manipolare il sistema.
Il risultato diretto dell'errore dell'ex presidente è che la Lynch - che si è rammaricata di non aver chiuso a chiave la porta per evitare la visita - ha dichiarato che accetterà senza riserve qualsiasi raccomandazione venga dai pubblici ministeri che stanno lavorando sul caso, togliendo ogni spazio di manovra in caso di determinazioni poco favorevoli per Hillary.
 
Sondaggi
Il periodo positivo continua per Hillary Clinton nei sondaggi contro Donald Trump. Alla fine di maggio i due candidati erano essenzialmente pari nella media delle rivelazioni nazionali; da allora Clinton è tornata ad avere un vantaggio netto, con picchi di quasi 7 punti percentuali.
Un fattore importante è stata la fine della fase attiva della campagna di Bernie Sanders, ma Trump si è fatto molto male in queste ultime settimane, perdendo terreno importante. La sua mancanza di organizzazione a livello nazionale, la debolezza dell'apparato di fundraising, e l'inabilità di mantenere un messaggio chiaro senza impantanarsi nelle controversie di secondo livello, gli stanno costando tempo prezioso in cui Clinton riesce a sferrare degli attacchi molto mirati, per esempio negli swing states, gli stati in bilico che saranno decisivi a novembre.
Rimane ancora molto tempo, e di solito una fetta consistente dell'elettorato comincia a pensare alla campagna solo dopo l'estate. Ma la storia recente insegna che il candidato che arriva tardi nel definirsi agli occhi del pubblico subito dopo le primarie spesso fa fatica a recuperare da settembre in poi. La campagna è un po' diversa quest'anno a causa della rivolta anti-establishment, e c'è sempre la possibilità di eventi esterni che potrebbero sconvolgere gli schemi abituali, ma se Trump rimane indietro fino alla fine, le analisi postume indicheranno il mese di giugno come quello che ha posto le basi per la sua sconfitta.

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